Le quattro
opere sono “elaborazioni”, nel senso che la base di partenza sono
fotografie in bianco e nero. Esse rappresentano lo spunto di partenza, il “la” sul quale ho lavorato per realizzare
il mio pensiero.
Sia subito chiaro:
non disdegno la fotografia, né l’elaborazione della stessa. Potrei citare Andy
Warhol o il più nostrano Mario Schifano come autori di molte ed
interessantissime elaborazioni fotografiche, ma mi limito ad osservare che la
tecnologia, in appoggio all’arte o alla scienza, non è uno scandalo: anzi è
un impulso a liberare tutte le energie per finalizzarle alla creazione o
alla scoperta.
Nella prima
opera sono rappresentati Dracula e la sua vittima in maniera stilizzata dentro
un paesaggio rimasto bianco e nero (fotografia sfumata). Il vestito bianco
della donna cerca di rappresentare la drammaticità della scena accentuata dal
rosso sangue delle bocche avvicinate.
La seconda
rappresenta il vampiro da solo, con le braccia nel classico atteggiamento di
chi sta per abbracciare mortalmente qualcuno. Le mani, le dita, le unghie rosse
tutte tendono a caratterizzare un personaggio fantastico e un po’ inquietante.
Terza
elaborazione: Dracula è ancora da solo, anziano, rugoso, con colori fantasiosi
ed irreali come un personaggio da favola, ma non certo una favola piacevolmente
fantastica.
Infine la
quarta rappresentazione. Dracula sta succhiando il sangue ad una donna, ma lei,
bella donna dalla pelle rosata, inguainata in un abito lungo e luccicante, non
soffre affatto, anzi sembra provare piacere dal sanguinamento copioso del suo
collo. Non si dibatte nelle braccia di Dracula, non cerca di difendersi,
partecipa come se fosse un gioco erotico.
La tecnica
che ho usato è quella di delineare le forme con colori chiamati “in rilievo”
che vengono spremuti direttamente dal tubetto
sul supporto (cartaceo, in questo caso) e che conservano la lucentezza
nel tempo. Talvolta, ma raramente, i colori sono stati spalmati per creare
masse colorate; più spesso rappresentano linee pure che plasmano i soggetti.
P. F. Ramero
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